WEBINAR GRATUITO Lunedì 12 dicembre ore 21

Soltanto la fragilità coglie l’amore.

E l’amore non basta a se stesso,

ha bisogno di un tu. 

(I. Punzi, Le parole dell’attesa)

A chi si rivolge

L’incontro online, promosso da L’Aratro e la Stella, è rivolto a tutte le persone di Vita Consacrata e ai Presbiteri che cercano come e quale senso dare alle fragilità, alle ferite, alle cadute e ai fallimenti.

I contenuti

Nulla sfugge alla fragilità.

Esiste un punto di rottura in ciascuno di noi, in ogni comunità e in tutte le istituzioni. Siamo come l’Achille dell’Iliade, apparentemente invincibile ma vulnerabile nel tallone, o come la statua d’oro, d’argento e bronzo descritta dal profeta Daniele, maestosa e robusta ma con i piedi d’argilla (Dan, 2, 31-35). 

È davvero interessante che l’autore greco e il profeta biblico collochino la fragilità proprio nei piedi! Il motivo sta forse nel fatto che i piedi sono il simbolo di ciò che è a fondamento sia della stabilità del corpo sia del suo movimento (Sulle tue vie tieni saldi i miei passi e i miei piedi non vacilleranno – Sal 16,5). Ma è proprio nei piedi, nelle fondamenta, che si annida e si esprime l’inevitabile caduta. 

Fin dal libro di Genesi, infatti, la Bibbia ci ricorda che l’umano è costituito da una fragilità strutturale e originaria che racconta di uno strappo, una ferita, una separazione (l’ombelico è la sua cicatrice) che noi figlie e figli di questo tempo, invece che accogliere, abitare e interrogare, tendiamo a negare, eludere o illusoriamente a superare.

Eppure, nello stesso racconto delle origini è contenuto il primo comandamento: “Siate fecondi”! (Gn 1,28)

Ed ecco allora la prima domanda che ci guiderà nel webinar: come essere fecondi, cioè ricettori e passatori di vita buona, laddove la realtà esterna ed interiore, spesso distante dall’idealità che attendevamo e speravamo, ci costringe all’impatto doloroso con la fragilità, il limite, il fallimento personale, dell’altro e delle nostre comunità?

Nel webinar scopriremo che non si è generativi a partire dalle competenze e dalle capacità. Si è generativi invece quando la consapevolezza dei nostri limiti si dilata, quando si diventa capaci di vedere e di portare mancanze e vulnerabilità senza essere schiacciati dai sentimenti di inadeguatezza, di colpa, di fatalismo, di vergogna, di disperazione. 

Come riuscire a trasformare allora il limite in un potente motore di cambiamento?

Sarà, questa, la seconda domanda a cui proveremo a dare una risposta.

La vicenda dei discepoli di Emmaus ci viene in soccorso: “in quello stesso giorno” (Lc 24,13) della resurrezione l’evangelista ci svela la pedagogia di Dio.

Le donne avevano appena raccontato a tutti i discepoli del sepolcro vuoto e della visione degli angeli, ma il “sapere” – sembra dirci Luca – non è sufficiente per “credere”: occorre “fare esperienza” della perdita, del cammino e dell’esposizione all’incontro inatteso.

La mancanza e il limite ci mettono in cammino, la pienezza e la sazietà ci rendono statici e appagati. L’esperienza della notte può farci incontrare il desiderio. «Di notte andremo, di notte, per incontrare la fonte, solo la sete ci illumina» scriveva San Giovanni della Croce. 

Quando sperimentiamo la vulnerabilità, la precarietà e l’impotenza, infatti, siamo più disposti ad aprirci ad altro e agli altri. In queste circostanze il perenne invito al cammino e alla ricerca comune è percepito con più evidenza e accolto con più coraggio. 

La notte ci chiede di andare incontro a traguardi nuovi, a modalità inedite. La notte ci sfida ad essere generativi e creativi(I. Punzi, Testimoni di un nuovo giorno).

Nel webinar Emmaus ci farà da guida. Attraverso la vicenda dei due discepoli e del forestiero, proveremo ad esplorare la via, spesso tortuosa ma incredibilmente feconda, e le diverse tappe che dalla cecità e disperazione conducono all’apertura degli occhi e al ritorno in comunità con entusiasmo.

All’inizio di questo tempo di Avvento accogliamo l’auspicio di Papa Paolo VI ripreso da Papa Francesco nell’EG: “Possa il mondo del nostro tempo – che cerca ora nell’angoscia, ora nella speranza – ricevere la Buona Novella non da evangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosi, ma da ministri del Vangelo la cui vita irradii fervore, che abbiano per primi ricevuto in loro la gioia del Cristo” (Evangelii nuntiandi, 80).

Un auspicio che fa di noi dei camminatori che cercano in tutte le notti i germi di un nuovo mattino che nessuna tenebra può annullare. E camminando ci chiediamo:

Come abitare ogni tempo e renderlo generativo?

A quali condizioni un incontro sprigiona potenza creatrice?

Come riuscire ad accogliere in tutte le situazioni Vita buona e come trasmetterla?

Come rendere le nostre comunità grembo che accoglie e ri-genera a Vita nuova?

Come essere testimoni credibili della Buona Novella nel mondo?

Il webinar sarà condotto da Ignazio Punzi al quale, alla fine della relazione, sarà possibile porre domande o condividere considerazioni con i partecipanti.

La fecondità gioiosa della fragilità